Mercato libero: i consumatori hanno ancora paura di cambiare

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Secondo un’indagine commissionata da Facile.it all’istituto di ricerca Annalect circa 6 milioni di consumatori hanno ancora paura di cambiare il proprio fornitore luce e gas. Spesso dietro a questa paura ci sono timori infondati, frutto della poca conoscenza del settore.

Nell’ultimo anno circa il 18,9% dei clienti domestici, pari a 5,7 milioni di punti di prelievo. Nel complessivo negli ultimi anni c’è stata una netta accelerazione nell’attività di switching delle famiglie, dove circa 1,7 milioni di clienti hanno abbandonato il servizio di maggior tutela.

Anche tra i clienti non domestici il cambio fornitore non si è limitato, con quasi 2 milioni di clienti finali che hanno cambiato fornitore almeno una volta nel corso del 2023.

Tuttavia nel 2024, dopo più di quindici anni che si parla di mercato libero, ancora 6 milioni di italiani rimangono scettici sull’approccio al libero mercato.

Secondo l’indagine spesso il rifiuto di voler cambiare nasce da una mancanza di conoscenza del mercato e del suo funzionamento, come dover pagare per effettuare il cambio di fornitore o tempi burocratici lunghissimi.

I miti da sfatare

Di seguito abbiamo voluto riportare i sei problemi più comuni emersi dall’indagine con una breve descrizione, in modo da mostrare che in realtà le preoccupazioni emerse risultano spesso infondate:

Ecco sei miti comuni da sfatare:

  1. Cambiare operatore costa? La paura più comune, espressa dal 14% degli intervistati, è quella di dover pagare per il passaggio a un nuovo fornitore. In realtà, nella maggior parte dei casi, il passaggio è gratuito e non comporta spese aggiuntive. La legge consente l’inserimento di una clausola di recesso solo nei contratti a prezzo bloccato e durata determinata, ma questa pratica è quasi assente e sempre indicata nel contratto. È importante leggere attentamente le condizioni prima di firmare.
  2. Quanto tempo ci vuole per cambiare contratto? Il 13% degli intervistati ritiene che il cambio fornitore sia un’operazione lunga e complicata. Un altro 6% pensa che il passaggio richieda tempi lunghi, rinunciando a cercare un nuovo contratto. In realtà le procedure, ormai, sono piuttosto snelle. E’ sufficiente scegliere la nuova società e inviare i dati della fornitura (come i codici POD e PDR) anche comodamente da casa (online). Questo processo di solito si risolve in pochi minuti, e la firma del contratto può avvenire anche digitalmente. In merito alle tempistiche dell’attivazione del nuovo contratto di fornitura lo stesso può avvenire da 3 settimane fino ad arrivare a 2 mesi, dovrà essere cura del nuovo fornitore segnalare la data di presunta attivazione. E’ opportuno anche segnalare che l’Autorità sta lavorando per velocizzare ulteriolmente le tempistiche, con un cambio di fornitore in sole 24 ore.
  3. Bisogna cambiare contatore? Un altro timore ingiustificato, segnalato dal 10% degli intervistati, è che il passaggio richieda la sostituzione del contatore. In realtà, non è necessario alcun intervento fisico sull’impianto; si tratta solo di un cambio contrattuale. Gli unici casi in cui potrebbe essere necessario sostituire il contatore è a seguito della richiesta dell’aumento di potenza o di un guasto
  4. Si rischia di rimanere al buio o al freddo? Il 9% degli intervistati ha paura di rimanere senza elettricità o gas. Tuttavia, il passaggio a un nuovo fornitore non comporta mai l’interruzione della fornitura.
  5. Esiste un numero massimo di cambi possibili? Curiosamente, il 2% dei rispondenti crede di aver raggiunto il numero massimo di cambi effettuabili. In realtà non esiste un limite al numero di cambi. Tuttavia, alcune società possono scoraggiare il “turismo energetico”, ovvero dei cambi di fornitori effettuati con il solo fine di non pagare le bollette. In questo caso, in caso di cambi frequenti, i fornitori potrebbero rifiutare la richiesta di switch.

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