Covid-19, l’impatto del primo lockdown sugli usi energetici degli italiani

Consumi Post Lockdown

È risaputo che in un modo o nell’altro le abitudini di ognuno di noi sono cambiate in questo periodo di emergenza sanitaria che ci accompagna da ormai più di un anno. Nello specifico, magari si fa fatica ad individuare come siano cambiati i consumi all’interno delle proprie case a seguito del primo lockdown nazionale dello scorso anno.

Oltre ad avere consumi più alti, fatture più o meno esose e abitudini totalmente nuove, come sono cambiati i nostri rapporti con l’energia?

Lo vediamo qui di seguito.

 

Lo studio

Nell’aprile 2020 un gruppo di ricercatrici di Eurac Research, centro di ricerca di Bolzano, ha predisposto e diffuso un questionario online ad accesso libero per osservare i cambiamenti nei comportamenti energetici in seguito alle restrizioni legate a Covid-19 in Italia.

Il numero complessivo dei partecipanti è stato di circa 3.500 persone, senza ombra di dubbio un campione non rappresentativo, ma che crea spunti interessanti! 

Le risposte date al questionario hanno confermato alcuni dati, come per esempio l’aumento del tempo passato in cucina. Infatti, oltre il 40% ha dichiarato di aver utilizzato maggiormente il forno, mentre un buon 35% ha passato più tempo all’opera sul piano cottura.

L’indagine non ha fatto emergere solamente aspetti legati al consumo, ma anche all’efficienza delle abitazioni.

Tra le domande veniva chiesto ai partecipanti l’eventuale utilizzo di impianti di auto-produzione dell’energia e il livello di isolamento dell’immobile, facendo emergere come solamente un’abitazione su cinque è in possesso di un impianto di auto-produzione, come il fotovoltaico, e di come nel complessivo le abitazioni risultassero con uno scarso livello di isolamento.

Questa inefficienza energetica delle abitazioni in larga scala è definito povertà energetica.

 

Povertà energetica in Italia

Seppur il campione ristretto di partecipanti al questionario, tutto ciò conferma di come in Italia sia in crescita il fenomeno della povertà energetica, nonostante ancora oggi non esista un sistema ben definito per il monitoraggio della povertà energetica, si è calcolato che sono circa 5 milioni le famiglie in povertà energetica, pari all’8,8% del totale. 

Il fenomeno è più diffuso in particolar modo nelle regioni del sud. Questa percentuale viene fuori dall’incrocio dei dati con i supporti assistenziali richiesti dalle famiglie.

A cercare di migliorare le cose ci ha pensato l’Autorità ARERA, definendo una “famiglia vulnerabile” alla povertà energetica tutte le famiglie che destinano oltre il 5% del loro reddito per la spesa energetica, e oltre il 10% per quella del gas.

Tuttavia, in mancanza di un sistema di monitoraggio concreto ed efficace, di conseguenza mancano anche le misure per arginare il fenomeno.

Nonostante siano presenti agevolazioni, come le detrazioni fiscali riconosciute a chi sostiene spese per interventi di riqualificazione energetica, i quali indirettamente combattono la povertà energetica, le stesse siano viziate da alcuni limiti, come il fatto che non possano accedervi le famiglie sprovviste di un reddito.

Una misura introdotta a supporto di tale fenomeno è stata quella del bonus sociale per disagio economico, in vigore dal 2009. Questo strumento di risparmio sulla spesa per le utenze di energia elettrica e di gas volto ad agevolare le famiglie in condizioni di disagio economico e le famiglie numerose, successivamente resto operativo dall’Autorità ARERA con la collaborazione dei Comuni.

Nel 2019, secondi i dati forniti dall’Autorità, 2 famiglie su 3, potenziali beneficiari dei bonus, non ne hanno fatto domanda. In particolare sono 837.598 le famiglie che hanno richiesto e ricevuto tali bonus, a fronte di oltre 2 milioni di famiglie. Solo per il Bonus elettrico, la percentuale dei beneficiari che ne aveva fatto richiesta non superava il 35%.

Motivo per cui dal 1° gennaio 2021 è stato reso automatico.

 

Revoluce a supporto della povertà energetica

Nel 2020 ha dato il via all’iniziativa Energia Sospesa, un’associazione nata con l’obiettivo di contrastare la povertà energetica in Italia, devolvendo tutti i proventi delle t-shirt #revolucionare interamente all’associazione.

Inoltre, visto e considerato, l’imprevedibilità degli importi delle fatture, il servizio energia ricaricabile™ di Revoluce permette di potersi organizzare per tempo nel far fronte ai pagamenti dei propri consumi.

In generale, l’uso più frequente di apparecchi elettronici e il tempo maggiore dedicato a comportamenti energetici – come cucinare e pulire casa – fanno percepire un aumento della domanda di energia nel contesto abitativo. Considerando per esempio la cucina, oltre la metà dei rispondenti ha dichiarato di aver cucinato di più durante il lockdown.

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