Indipendenza gas russo: dal 1° Maggio condizionatori a 25 gradi

La crisi energetica e la dipendenza dal gas Russo hanno fatto scattare un piano di emergenza per ridurre l’importazione di gas necessario al fabbisogno italiano. Dal 1° maggio 2022 al 31 marzo 2023 nuove regole.

Era nell’aria, c’era da aspettarselo: in una situazione di emergenza si dovrà prendere atto di mettere in campo dei comportamenti e delle azioni che mai e poi mai avremmo pensato.

Del resto oggi siamo abituati a soddisfare tutti i nostri comfort, spesso ignorando delle relative conseguenze.

Ma nei prossimi nei prossimi 11 mesi le cose potrebbero cambiare.

Operazione termostato

Il nuovo testo approvato del Decreto Bollette contiene delle misure per tagliare i consumi di elettricità e di gas e risparmiare 4 miliardi di metri cubi nel 2022, che andrebbero ad alleggerire la dipendenza dal gas Russo, in attesa di individuare ulteriori fonti di approvvigionamento.

Nel mirino dell’emendamento sono gli edifici pubblici che si vedranno costretti a diminuire le temperature per il raffrescamento e riscaldamento.

I limiti e le sanzioni

Dal primo maggio i condizionatori non potranno avere una temperatura media sotto i 27 gradi, dove sono previsti due gradi di tolleranza.

Mentre per l’inverno la temperatura non potrà essere inferiore ai 19 gradi, anche in questo caso con due gradi di tolleranza.

La misura al momento non viene estesa a cliniche, ospedali e case di cura.

Le violazioni dei limiti di cui sopra faranno scattare delle multe che vanno dai 500 mila ai 3 milioni di euro.

Insomma sembrerebbe che i dipendenti pubblici dovranno prepararsi a vivere un’estate più calda e un inverno più fresco, per risparmiare energia e contribuire ai minori consumi di gas.

E per i privati?

Attualmente le nuove misure non riguardano i privati, tuttavia è bene ricordare come ogni località d’Italia ha già delle limitazioni ben specifiche già in vigore dal 1993 e previste sulla base di una suddivisione in sei zone climatiche.

Per definire le varie zone è stata utilizzata come unità di misura il “grado giorno”, che indica la somma, estesa a tutti i giorni dell’anno, delle differenze tra temperatura interna agli edifici, stabilita anch’essa per convenzione, e temperatura media esterna.

Queste le 6 zone climatiche in Italia, con il relativo periodo in cui potranno essere accesi i riscaldamenti e l’ammontare massimo delle ore giornaliere:

  • Zona A: dal 1° dicembre al 15 marzo, per un massimo di 6 ore giornaliere;
  • Zona B: dal 1° dicembre al 31 marzo, per un massimo di 8 ore giornaliere;
  • Zona C: dal 15 novembre al 31 marzo, per un massimo di 10 ore giornaliere;
  • Zona D: dal 1° novembre al 15 aprile, per un massimo di 12 ore giornaliere;
  • Zona E: dal 15 ottobre al 15 aprile, per un massimo di 14 ore giornaliere;
  • Zona F: nessuna limitazione.

 

A seguire una mappa per poter comprendere bene la suddivisione delle diverse zone climatiche:

Per chi non rispetta il calendario sono previste multe fino a 3 mila euro.

Sicuramente delle misure drastiche ma utili per poter ritornare pian piano alla normalità in relazione alla crisi energetica.

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