Comunità energetiche: una soluzione per l’indipendenza energetica

comunità energetiche

Le comunità locali possono essere la svolta per la creazione di sistemi energetici sostenibili, riducendo così la dipendenza dalle fonti di energia tradizionali. Conosciamole meglio in questo articolo.

Nell’ultimo periodo avrai sicuramente sentito sempre più spesso parlare di comunità energetiche e delle loro opportunità per poter risparmiare sulle  bollette di energia elettrica.

In realtà il percorso che ha portato alla nascita delle comunità energetiche non ha nulla a che vedere con la crisi energetica e relativo caro bollette, ma bensì è partito nel 2018, con l’approvazione di una Direttiva Europea RED 2 che sosteneva di adottare questo tipo di modello per far fronte ai target ambiziosi di crescita dell’approvvigionamento di energia rinnovabile per i nostri consumi.

Ma che cos’è nello specifico una comunità energetica?

La comunità energetica

Una comunità energetica è un gruppo di persone che si uniscono per produrre e utilizzare energia pulita e sostenibile all’interno di una determinata area geografica. 

Queste comunità possono essere formate da abitanti di un quartiere di una città o più in grandi linee di una regione, e possono coinvolgere proprietari di case o aziende, ma anche pubbliche amministrazioni.

Inizialmente la comunità poteva raggruppare solamente le utenze che erano collegata alla cabina di distribuzione secondaria, ovvero dove avveniva la trasformazione dell’energia elettrica da media tensione (MT) a bassa tensione (BT), quindi era limitata nella creazione.

Mentre in un prossimo futuro sarà possibile riunire più consumatori collegati direttamente alla cabina primaria, dove in questo caso la trasformazione avviene da alta tensione (AT) in media tensione (MT).

In Italia sono presenti circa 2000 cabine primarie.

Quindi, l’obiettivo principale di una comunità energetica, è quello di diventare autosufficiente, in todo o in parte, dal punto di vista energetico e di ridurre la dipendenza dalle fonti di energia tradizionali, contribuendo così a ridurre le emissioni di gas serra e a migliorare la qualità dell’aria.

Ad oggi sono previsti anche delle incentivazioni per chi consuma energia elettrica all’interno di una comunità energetica.

I benefici

I benefici di entrare a far parte di una comunità energetica sono diversi: a partire da quelli ambientali, dove grazie all’utilizzo di energia rinnovabili si evitano emissioni di CO2, abbiamo anche quelli sociali, ovvero l’aggregazione sociale sul territorio la quale contribuisce all’educazione dei cittadini ad una cultura rivolta alla sostenibilità e alla condivisione.

Infine vi sono anche benefici economici

Difatti, come anticipato, le comunità energetica ricevono degli incentivi  per 20 anni, nello specifico:

  • 100 €/MWh – per le iniziative di autoconsumo collettivo;
  • 110 €/MWh – per le comunità energetiche;
  • 9 €/MWh – come restituzione dei costi non sostenuti per la gestione del sistema elettrico, in quanto l’energia condivisa fra i membri della Comunità Energetica infatti non transita nella rete di distribuzione nazionale ma viene auto-consumata in loco.

L’autoconsumo collettivo  rappresenta un insieme di almeno due autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente in virtù di un accordo privato e che si trovano nello stesso condominio o edificio. Mentre la comunità energetica è più strutturata, in quanto prevede la costituzione di un soggetto giuridico e il rispetto di altri requisiti/finalità.

Come creare una comunità energetica

Per avviare l’iter di costituzione di una comunità energetica è fondamentale partire dalla creazione di un soggetto giuridico, il quale può essere sotto forma di:

  • un’associazione;
  • una cooperativa;
  • un consorzio
  • società a capitale variabile;
  • ecc…

Il quale avrà il compito di rappresentare i soci della comunità, di conseguenza dovrà essere stilato il regolamento della comunità, quindi come poter accedere e come verrà suddivisa al suo interno sia l’energia elettrica che gli incentivi derivanti.

L’istanza deve essere trasmessa esclusivamente per via telematica, mediante l’accesso al Portale informatico del GSE e all’Area Clienti o l’utilizzo dell’applicazione “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”.

Successivamente bisogna individuare l’area dove installare uno o più impianti di produzione, come fotovoltaico, eolico e altre tecnologie rinnovabili.

Non è necessario che l’impianto sia di proprietà della comunità, può essere messo a disposizione da uno solo dei membri partecipanti o più di uno, se non addirittura da un soggetto terzo.

Weny: il marketplace di Revoluce

Già da tempo Revoluce ha in cantiere un progetto inerente alle comunità energetiche: weny. We are energy. Noi siamo energia.

L’obiettivo di questa piattaforma è “disintermediare” la vendita dell’energia. In sostanza, tutti i piccoli produttori di energia grazie al fotovoltaico potranno vendere direttamente l’energia ai consumatori finali, saltando tutti gli intermediari della filiera.

Weny punta a diventare un marketplace aperto a tutti i #revoluzionari. In questo “mercato” gli utenti stessi della community potranno vendere e comprare kWh effettivi di energia da poter usare.

Chissà magari con lo sblocco dei decreti attuativi sarà l’occasione per rispolverare questo progetto è permettere ai nostri clienti di prendere ancora più parte alla rivoluzione energetica!

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